Lo stupratore è frigido! Gli piace la passera inanimata e non conosce l’estasi dei sentimenti!
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Articolo pubblicato da Jacopo Fo il 29/11/2006 sul suo blog.
In questi giorni ho ascoltato e letto numerosi dibattiti sullo stupro.
Ho trovato giustissimi i discorsi delle persone impegnate in questa battaglia ma mi chiedo se stiamo realmente scardinando l'ideologia della violenza.
La nostra iniziativa è efficace?
Mi chiedo se non sia ora che in Italia si faccia tesoro delle esperienze delle femministe di altri paesi che da tempo hanno deciso di attaccare senza tregua non solo la violenza sessuale ma le sue profonde radici culturali. Il problema è che in Italia la violenza dei condizionamenti del cattolicesimo autoritario è particolarmente forte.
Siamo ancora dominati dai TABU' SESSUALI!
(E qui potremmo a lungo disquisire sul rapporto tra disinformazione sessuale, record di stupri, record di corruzione, classifiche sulla mancanza di libertà nei media e l'esistenza stessa di Berlusconi, l'Anomalia Vivente...)
La prima questione sulla quale pochissimo si è parlato in Italia è il rapporto nodale tra violenza sessuale e piacere.
L'idea dominante nella cultura patriarcale (italica) della faida vede lo stupro come un atto di dominio vincente.
Il maschio è riuscito a godere di una donna contro la sua volontà, umiliandola.
Questa convinzione è un elemento che aumenta la sofferenza delle donne violentate.
Ma le cose stanno così?
No, ci dicono testi ormai quasi antichi come "La rivoluzione sessuale" di William Reich. Il maschio succube dalla cultura patriarcale del dominio NON E' IN GRADO DI SPERIMENTARE UN ORGASMO. Questo è un punto essenziale sul quale lavorano da decenni femministe e terapeute anglosassoni e scandinave.
Le esperienze nei percorsi di riabilitazione dei detenuti per stupro dimostrano che queste persone soffrono di una disastrosa schizofrenia. Sono maschi assolutamente frigidi, nel senso che hanno l'eiaculazione ma a questa non corrisponde nessun piacere orgasmico. L'unico piacere che provano è di tipo mentale. Una sorta di piacere chimico provocato dalle scariche di sostanze rilasciate dal corpo e simili all'eroina. Queste scariche sono innestate dallo shock emotivo provocato dalla pratica della violenza in sé e uguali a quelle che sperimentano i soldati sui campi di battaglia o i criminali durante una rapina. Ma questo tipo di piacere non ha nulla a che vedere con l'estasi dell'orgasmo sessuale.
Il violentatore è un uomo totalmente frigido dal punto di vista sessuale, il suo godimento è solo quello superficiale di una reazione chimica meccanica legata allo stress della violenza. Diciamolo!!! Innanzi tutto perché libera le vittime degli stupri da un surplus di umiliazione dato dall'idea di essere state tavolo imbandito di un banchetto di godimento.
Si tratta di una questione sottile ma essenziale. Per le mie vicissitudini ho avuto molti contatti con donne violentate. Il primo passo, terribile ma necessario, è quello di affrontare l'immagine del dolore.
Portare alla coscienza la ridda di voci interiori che gridano nella mente della vittima. Al dolore naturale per la violenza subita si unisce il carico imposto alla donna dall'ideologia patriarcale:
1) Il senso di colpa: se ti hanno violentata è perché non sei pura. Non hai resistito abbastanza alla violenza perché sei zozza dentro e te la sei cercata.
2) Non conti niente! Sei una nullità. Basta prenderti e usarti per avere godimento da te. Non puoi niente, neppure impedire che ti si goda. E visto che sei stata goduta hai collaborato allo stupro. Il tuo dolore non è nulla, un uomo che ti violenta non lo sente neppure.
Capire la struttura del dolore di una vittima di violenza sessuale vuol dire penetrare nell'orrore di queste due idee perverse.
Capire quella parte del dolore che non deriva dalla sola brutalità degli atti subiti ma dal contesto nel quale la violenza viene vissuta: non è facile comprendere l'impossibilità per gli stupratori di sperimentare l'orgasmo quale esperienza antitetica a uno stato psicologico di stress e impossibile in una situazione di assenza di empatia. Ma questa comprensione è un passaggio essenziale per ridurre il dolore psicologico che la violenza lascia alla donna per tutta la vita. Comprendere che il piacere sessuale vero e completo è un'esperienza che richiede la condivisione della tempesta emozionale scatenata dal tripudio dei sentimenti vuol dire dare alla sessualità una valenza sacra e quindi poter reimmaginare una vita sessuale nonostante l'esperienza dell'espropriazione.
Ma l'assunzione dell'idea della frigidità maschile come problema centrale della sessualità fallocrate (ne soffre circa la metà dei maschi) è essenziale anche se vogliamo ottenere quella rivoluzione culturale che è il solo mezzo per contrastare veramente il reiterarsi delle violenze sessuali.
In ogni intervista, in ogni articolo su questo tema, dovremmo battere essenzialmente su questo: lo stupratore è un poveretto che non gode!
Un disabile emotivo. La sessualità dei film porno è patetica: fare sesso così non è piacevole.
Gode veramente chi si lascia andare alla magia della condivisione, del feeling! Non sono le posizioni del kamasutra ciò che rende più piacevole il sesso ma la capacità di intesa, di emozione.
Questo dovrebbe essere il nostro ariete per ottenere l'ascolto di milioni di maschi che vivono credendo che i rapporti orali di Moana Pozzi, praticati alla velocità di uno smerigliatore, siano il massimo che un maschio possa desiderare.
Sono venti anni che tengo corsi di educazione sessuale a gruppi di studenti.
E quando riesci a far uscire allo scoperto qualche ragazzo che vive nel mito della sessualità dei supercazzi superduri ti accorgi che è prigioniero in una fortezza ideologica inespugnabile.
Tutti i bei discorsi sul rispetto, sulla giustizia, sui bei sentimenti gli rimbalzano, colpiti dalla potente mazza mentale di un'ideologia facile e potente: "Ti-metto-il-cazzo-in-bocca-godi-troia."
L'unica leva efficiente è dirgli: "Tesorino, ma veramente credi che le attrici porno sappiano fare dei bei pompini?" (Ovviamente non lo dico con queste parole perché mi arresterebbero, ma il discorso che cerco di comunicare loro con un elegante giro di parole e di doppi sensi è proprio questo.)
Se vuoi entrare dentro il suo castello ideologico devi capire che un ragazzo di 15 anni non è un fallocrate per vocazione. E' un disperato che si aggrappa all'unica cosa che gli viene offerta che non sia la castità. Intimamente, la sua parte istintiva, la scintilla di luce che lo anima, cerca spontaneamente un'intimità sessuale felice e condivisa ma gli mancano le parole per immaginarla. DIAMOGLIELE! Iniziando dal concetto base: nella sessualità della violenza non c'è nessun piacere!!!!!!!!!!!
Il secondo punto essenziale della lotta alla violenza sessuale è l'INFORMAZIONE SESSUALE.
E' nell'ignoranza che nascono i mostri!
La battaglia per l'informazione sessuale è stata centrale nel femminismo mondiale.
Ma questo non è successo in Italia, culturalmente bloccata dal moralismo cattocomunista.
Questioni come l'uso dei muscoli pelvici durante il rapporto sessuale sono state essenziali per il femminismo d'oltralpe (Muscoli vaginali. Vedi qui).
Io ebbi il privilegio di essere linciato, ancora a metà degli anni '80, per avere scritto in modo didattico e dettagliato su Tango, supplemento satirico dell'Unità, come allenare la muscolatura del pavimento pelvico e usarla nell'amplesso.
Sul rapporto tra educazione sessuale e violenza ho scritto nel mio blog sul bullismo giovanile ma qui vorrei affrontare la specifica questione dell'informazione sui movimenti del pubococcigeo. Infatti non si tratta solo di una questione riguardante il benessere fisiologico e la capacità orgasmica della donna.
L'uso della muscolatura vaginale durante l'amplesso rovescia i ruoli sessuali in quanto il maschio diventa passivo rispetto alla capacità della donna.
Il pene non ha muscoli!!!
E solo se la donna succhia il pene con la vagina durante l'orgasmo il maschio raggiunge un vero orgasmo profondo (attivando il Punto L).
Grazie all'informazione sui movimenti vaginali si fa quindi saltare il concetto di maschio che penetra. Il maschio viene preso, la femmina lo risucchia.
E QUESTO E' IL VERO GODIMENTO!
La naturale fisiologia di un rapporto sessuale praticato da una donna che usa pienamente la potenza della sua muscolatura fa sì che ESSA diventi l'elemento più attivo!!!
Può sembrare una questione di lana caprina ma è invece basilare nella lotta allo stupro: solo in un rapporto sessuale con una donna sessualmente attiva il maschio ottiene la sollecitazione del Punto L e quindi raggiunge un orgasmo profondo. QUINDI un vero maschio cerca donne che si muovano dentro se vuole godere veramente.
Per le popolazioni matriarcali lo stupro è concettualmente incomprensibile proprio perché un maschio normale non ha nessun interesse penetrare una VAGINA MORTA.
E questo concetto (una vagina viva ti dà piacere, una vagina morta no!) va a rafforzare la nostra campagna di informazione che mira a scardinare tutta la costruzione malata dello sciovinismo maschile denunciando la frigidità dello stupratore.
SESSO TANTRICO DOLCE
Ovviamente anche una generale informazione sessuale dovrebbe far parte di questo sforzo. E questa informazione dovrebbe non solo dare notizie sull'anatomia sessuale ma anche su forme di sessualità diverse, come il Sesso Tantrico Dolce, una forma di sessualità nella quale si cerca una specie di estasi di coccole. Andrebbe insegnata a scuola proprio perché introduce in una visione del rapporto sessuale come un momento di celebrazione della sacralità della vita e della magia delle emozioni. Stare fermi, sessualmente compenetrati (una penetrazione senza che il maschio debba avere un'erezione!) ad ascoltarsi e a godere delle minuscole sensazioni che l'amore dischiude. Far conoscere una visione del sesso che non riconosce cittadinanza alla violenza e che ricerca la profonda soddisfazione delle sensazioni e dell'anima.
L'idea del Tantra Dolce è potente perché contiene l'idea della penetrazione morbida. Il concetto stesso di penetrazione senza necessità di erezione fa saltare l'archetipo maschile della virilità. Una donna che ti dice: "non mi interessa se è duro o no" è un attentato vivente alle idee fasciste sul sesso.
Per concludere, spero che il movimento mosso dall'orrore della violenza sessuale scelga di utilizzare queste due essenziali leve di comunicazione per iniziare una fase di lotta che ottenga finalmente risultati sensibili.
Dobbiamo non solo portare questi discorsi in tutti i luoghi possibili ma anche pretendere che la Rai realizzi trasmissioni sulla frigidità del maschio, sulle meravigliose possibilità della muscolatura sessuale femminile e sulla sacralità dell'estasi delle emozioni.
Smettiamola con questa opposizione molle alla macchina mentale dello stupro.
L'ideologia patriarcale è una tigre di carta. Pisciamoci sopra.