Cinque sistemi per combattere l'eiaculazione precoce

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Ho sofferto di conigliaggine per parecchi anni e ho provato di tutto per uscirne fuori. Il primo sistema che sperimentai fu quello di masturbarmi prima del rapporto sessuale. L'effetto era disastroso perché mi passava la voglia, avevo problemi di erezione e poi duravo comunque meno di un etto di secondi.
Poi provai con la matematica. Bisogna impegnarsi in complicati calcoli aritmetici per distrarre la mente da quel che sta succedendo. Risultati zero. Poi iniziai ad immaginarmi incidenti d'auto, sparatorie, esseri mostruosi che mi divorano le intimità e cose simili. A volte ottenevo qualche risultato, ma poi per arrivare all'orgasmo dovevo cambiare film e catapultarmi in orge parossistiche.
Praticamente ero sempre da un'altra parte con la testa, quasi non mi accorgevo della ragazza con la quale facevo l'amore.
E c'era poi un'altra controindicazione: ogni tanto immaginando scene truculente, per distrarmi, esageravo fissandomi su particolari troppo sanguinolenti e disgustosi. Così il mio sesso perdeva la poesia e l'erezione precipitava, e poi non c'era più niente da fare.
Infine un giorno mi capitò in mano un libro ("Il Tao dell'amore") che, citando i classici cinesi di secoli e secoli fa, spiegava come controllare l'eiaculazione precoce:
1) Il «metodo della chiusa» è come fermare il Fiume Giallo con una mano. A un uomo impaziente occorreranno più di venti giorni per apprenderlo. Ma una persona più gentile può impararlo molto più presto, di solito in metà tempo. Studia il metodo attentamente per un mese e poi il prezioso tesoro dell'uomo (il seme, Ching) non andrà sprecato.
2) Il vantaggio di questo metodo sta nella sua semplicità. Così, per esempio, quando un uomo sta seguendo il ritmo delle tre spinte superficiali e una profonda, può chiudere gli occhi e respirare profondamente ma lentamente dal naso, in modo da non cominciare ad ansimare. Al primo accenno di poter perdere il controllo, può sollevare il ventre con un unico movimento rapido e ritirare la sua picca di giada di circa 2 centimetri e mezzo, restando immobile in quella posizione.
Poi deve respirare profondamente col diaframma e nello stesso tempo contrarre la parte inferiore dell'addome, come quando ci si deve trattenere dall'urinare. Pensando infine all'importanza di tesaurizzare il proprio Ching e di non perderlo in maniera indiscriminata, mentre continua a respirare profondamente, riuscirà ben presto a calmarsi. Allora potrà riprendere le spinte.
3) La cosa importante da ricordare è che bisogna ritirarsi non appena si comincia a sentirsi eccitati. Se un uomo si ritira quando è già molto eccitato e cerca di fermare il suo Ching, questo non ritornerà indietro, ma si verserà nel fegato o perfino nei reni. Nel qual caso l'uomo potrà soffrire di parecchie malattie, come dolori allo stomaco o agli intestini o gonfiore e dolore di reni.
4) Per riassumere, il metodo della chiusa è eccellente, ma bisogna praticarlo non appena si comincia a sentirsi eccitati. È meglio ritirarsi troppo presto che troppo tardi. Ricorrendo a questo sistema, un uomo può controllare a suo bell'agio l'emissione del Ching senza lasciar cade la sua picca di giada. Così conserverà la sua energia, restando nel contempo padrone di sé e non emetterà il suo Ching finché non sarà arrivato ad almeno cinquemila spinte.
In effetti, combinando il metodo della chiusa con una profonda respirazione diaframmatica, egli potrebbe continuare quasi indefinitamente. E allora non gli sarebbe difficile soddisfare dieci donne in una sera. "
Questo metodo funzionava in modo eccellente. Contraendo il basso ventre (come quando si blocca il flusso della pipì) fermandomi ogni tanto e mantenendo un ritmo regolare nelle spinte (che però variavo spesso) riuscivo a durare per una decina di minuti e già mi sentivo un Casanova. Disgraziatamente non avevo prestato abbastanza attenzione alla questione del contrarsi. Che dopo bisogna anche rilassarsi.
Così, a furia di fare il muscolo col basso ventre, mi venne una cistite devastante. Avevo un bruciore tremendo quando facevo pipì e quando eiaculavo. Così mi trovai in una situazione ancora peggiore di quella di partenza.
Infatti se controllavo l'eiaculazione contraendomi poi pagavo la bella figura sessuale con un male cane.
Feci il giro dei grandi professoroni, mi prescrissero iniezioni, antibiotici, calmanti, antinfiammatori, vitamine, ansiolitici. Continuavo a urlare dentro di me ogni volta che dovevo utilizzare il mio coso a qualche scopo.
Alla fine un medico mi disse che era meglio che dimenticassi le donne almeno per un annetto. Terrore!!! A nessuno venne in mente di chiedermi quanto mi contraessi per evitare l'eiaculazione precoce. Se me lo avessero chiesto forse avrebbero capito e se avessero avuto due informazioni sul sesso mi avrebbero facilmente insegnato come vincere l'eiaculazione precoce.
Ma, disgraziatamente, i professori di urologia e andrologia non sanno niente sul sesso. All'università certi argomenti scandalosi non sono ancora arrivati. Così dovetti trovare da solo una via d'uscita. La prima mossa fu di accettare il fatto che ero un eiaculatore precoce e che non c'era niente da fare. Poi studiai una diversa strategia sessuale.
Avevo imparato a fare i massaggi e la cosa mi piaceva molto. Così, prima di tutto, facevo dei gran massaggi. Poi mi dedicavo a succhiare la passera eseguendo alla lettera tutte le indicazioni che mi aveva dato una mia amica, al fine di soddisfare la femmina in modo esaltante. Poi, se proprio dovevo, la penetravo e venivo subito godendomi quel poco piacere che provavo prima della fitta di bruciore.
Così mi accorsi che più ero rilassato e meno provavo bruciore. Iniziai anche a dedicarmi più raramente alla penetrazione. Preferivo essere accarezzato o baciato in modo da poter essere totalmente passivo e giungere al piacere in stato di totale abbandono.
Scoprii anche che in questo modo, non avendo nessuna preoccupazione nella testa, tutto il rapporto sessuale era molto più gustoso e provavo un forte piacere non soltanto alla fine (nell'orgasmo) ma anche prima. Anche grazie a una dieta vegetariana e a un po' di attività sportiva riuscii infine a uscire dalla "cistite prostatica" (o da quel che era, nessuna ci capiva niente) e così riconquistai il perduto piacere di far l'amore.
Restava il problema che nella penetrazione ero ancora un coniglio. Ma non si può avere tutto subito.

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